Patalogie Trattate

Scopri cosa possiamo fare per te

Il Metodo Bonori è un trattamento  innovativo che utilizza le onde d’urto  sui muscoli andando a stimolare anche determinati punti di agopuntura della medicina cinese oltre ai punti del sistema neurolinfatico, neurovascolare e triggers points muscolari. Non è un metodo per una malattia o condizione di salute specifica ma è una metodica che può apportare evidenti benefici alla salute di qualsiasi persona malata o no. L’organismo umano è un’unità strutturata e interconnessa dove i sistemi psichici e biologici si condizionano reciprocamente e bidirezionalmente. La Psiconeuroendocrinoimmunologia che è la scienza che studia la connessione tra la psiche e il sistema nervoso, endocrino, immunitario e miofasciale ha ormai dimostrato che i vari sistemi si influenzano reciprocamente nel bene o nel male in modo bidirezionale. Se vogliamo quindi analizzare i problemi complessi derivanti dalle malattie dobbiamo fin dall’inizio capire il funzionamento dell’intero sistema corpo,  in modo da trovare nuove strategie terapeutiche che abbiano sempre più approcci integrati e multidisciplinari per curare anche le più comuni malattie.

Lo stress cronico psichico ( dovuto ad esempio a conflitti personali, separazioni, lutto, subordinazione, precarietà nel lavoro, ansia da prestazione e responsabilità lavorative) , lo stress fisico (dovuto ad esempio dolori cronici) e lo stress chimico ( dovuto a  una cattiva alimentazione, inquinamento  e al fumo) influenzano in modo negativo il sistema endocrino, nervoso, immunitario e miofasciale e la malattia ne è la più logica conseguenza.

Il Metodo Bonori interviene in primis sul sistema miofasciale che è il substrato di tutti gli altri, ma direttamente  agisce anche sul sistema energetico e sul sistema della circolazione dei liquidi della persona. Una così massiva stimolazione propriocettiva, oltre a portare a una riduzione della spasticità dove presente e a un miglioramento della resistenza, della forza e del coordinamento muscolare, interviene direttamente anche sulla rimodulazione del sistema endocrino, nervoso e immunitario. La conseguenza è che migliorano le funzioni neurovegetative come il sonno, la digestione, il transito intestinale ed altre ancora.

Molte sono le patologie che possono trarne beneficio, dalle cronico degenerative del sistema miofasciale a quelle neurodegenerative come la Sclerosi multipla e il Parkinson, o a condizioni di salute come la fibromialgia e la sindrome delle gambe senza riposo o della stanchezza cronica.

Il trattamento non è invasivo, non ha particolari controindicazioni ne effetti collaterali e non va in contrasto con le cure mediche e farmacologiche.

Un corpo perfetto dal punto di vista biomeccanico si muove con meno resistenza e più facilità per questo le prestazioni sportive non possono che migliorare!!

Tutto questo è possibile grazie ad una speciale tecnica introdotta dallo stesso Dott. Bonori che migliora la mobilità articolare del bacino in modo significativo, e agisce sul riequilibrio posturale.

Il METODO BONORI riesce ad ottenere questi miglioramenti perché interviene non solo sui muscoli rigidi e ipoestensibili, grazie all’utilizzo anche delle onde d’urto, ma anche su strutture ancor più rigide come la capsula articolare e i legamenti, grazie ad uno stretching capsulare con utilizzo di cinture.

L’utilizzo del METODO BONORI è indicato a tutti gli sportivi, perché aumentando la mobilità del bacino migliora in modo significativo la fluidità, la scioltezza e la falcata nella corsa potenziando quindi la velocità e la resistenza, nel ciclismo ad esempio riduce la resistenza passiva dei muscoli e delle strutture capsulari nella pedalata, e cosi anche nello sci dove la mobilità del bacino è fondamentale per una tecnica perfetta. Con ciò  il gesto sportivo in tutti i casi risulta più efficiente, poiché per un determinato tipo di lavoro si consuma meno energia,  permettendo altresì all’atleta di allenarsi con carchi di lavoro più elevati!

Oltre a questo tipo di trattamento il Dott. Bonori ha introdotto l’utilizzo delle onde d’urto radiali su tutti i muscoli degli arti inferiori come una metodica per migliorare il trofismo, la forza e la resistenza muscolare. E’ così che grazie ad una esperienza decennale in tal senso, ha ideato un protocollo unico. Le cellule (fibroblasti e miofibroblasti ) percepiscono e convertono i segnali meccanici in reazioni chimiche che permettono di migliorare la qualità della matrice extracellulare, la quale ha un ruolo importante nel migliorare la diffusione di sostanze nutrienti e di cataboliti alle fibre muscolari. Tutto questo si traduce in un miglioramento delle prestazioni sportive sia per quanto riguarda la forza, la velocità e la resistenza.

Inoltre il Metodo Bonori riduce al minimo il rischio di patologie legate allo sport come tendiniti, pubalgie, impingement femoro-acetabolare, condropatie, artrosi, contratture e stiramenti muscolari.

Il Metodo Bonori  per la cura dell’artrosi all’anca  ha come scopo da una parte ridurre i conflitti articolari che causano l’artrosi e dall’altra biostimolare la cartilagine.

Il Dottor Bonori attraverso tecniche di terapia manuale e streching capsulare ideate da lui stesso  interviene in maniera significativa sulla mobilità dell’articolazione, così facendo si ottengono ottimi risultati già dalla prima seduta, limitando al minimo i conflitti femoro-acetabolari, arrestandone o riducendone così il processo degenerativo dell’articolazione.

Sono inoltre associati vari consigli per una corretta igiene posturale, una corretta alimentazione da seguire e si insegnano alcuni esercizi inventati dal Dottor Bonori per il mantenimento dei miglioramenti ottenuti.

Il conflitto femoro-acetabolare è un disturbo dell’anca causato da un conflitto tra i due capi articolari: la testa del femore e l’acetabolo. Una patologia che molto spesso, questo accadeva soprattutto qualche anno fa, non viene facilmente diagnosticata ed erroneamente si imputa il dolore alla zona inguinale a pubalgie

Il Dottor Bonori Matteo Fisioterapista fin dall’inizio della sua attività professionale ha studiato questa patologia perché egli stesso ha dovuto prima di tutto cercare di curarsi da una displasia alle anche non riconosciuta, negli anni ha quindi raggiunto una maturità professionale che gli ha permesso di realizzare dei metodi di lavoro unici.

Il Dottor Bonori quindi già 15 anni fa riconosceva questa patologia con un test clinico.

Questo test viene effettuato piegando l’anca a 90 gradi (flessione), ruotando l’anca verso l’interno rotazione interna) e portando la coscia verso l’altra anca (adduzione). Questo test è positivo quando provoca dolore.

Questi disturbo, oltre a provocare dolore, può anche causare difficoltà nei movimenti dell’anca e il peggioramento della patologia può sfociare in una degenerazione più importante come l’artrosi dell’anca.

 

Ci sono due tipi di conflitto, uno detto conflitto CAM in cui il collo del femore non ha la sua normale curvatura e uno detto conflitto PINCER in cui l’acetabolo è troppo avvolgente.

Esistono poi casi, tra l’altro i più frequenti, in cui il conflitto ha caratteristiche miste delle due deformazioni.

Quali possono essere le cause di un conflitto femoro-acetabolare?

Intanto la predisposizione anatomica è probabilmente il fattore di rischio più importante a questo si aggiunge l’attività sportiva come il calcio e il basket, che oltre a essere sport molto traumatici per le articolazioni portano a rendere ipoestensibili gruppi muscolari della catena posteriore.

Questa rigidità muscolare diventa poi ipoestensibilità della capsula articolare dell’anca.

Questi ultimi fattori vanno ad alterare la biomeccanica articolare facilitando la degenerazione dell’articolazione. Normalmente quando flettiamo l’anca (portare la coscia verso il petto) la parte distale del femore sale (il ginocchio sale) mentre a livello della parte prossimale la testa del femore deve scivolare in basso e posteriormente. Causa l’ipoestensibilità capsulo-muscolare posteriore quando flettiamo l’anca la testa del femore ha un minor scivolamento postoro-inferiore di conseguenza si crea un conflitto anteriore superiore tra la testa femorale e l’acetabolo che guarda a caso è proprio la sede anatomica dell’ottanta per cento delle artrosi all’anca.

Altri fattori di rischio che possono far accelerare la degenerazione dell’articolazione sono il sovrappeso, lavori usuranti e il fumo.

Il Metodo Bonori per il trattamento del conflitto femoro-acetabolare è un trattamento fisioterapico innovativo che unisce più metodiche di lavoro con l’obiettivo di ridurre l’ipoestensibilità capsulo-muscolare che altera la biomeccanica e che quindi facilita la degenerazione dell’articolazione e dall’altra utilizzare terapie fisiche come il Laser, la Tecar e le Onde d’urto per risolvere la fase acuta infiammatoria e per biostimolare la cartilagine.

Il Dottor Bonori attraverso tecniche di terapia manuale, osteopatia e soprattutto ad una speciale tecnica di stretching capsulare ideata da lui stesso, interviene in maniera significativa sulla ipoestensibilià capsulo-muscolare. Già in prima seduta ci sono notevoli miglioramenti in termini di riduzione del dolore e miglioramento dell’articolarità.

Sono inoltre insegnati ai pazienti alcuni esercizi ideati dal Dottor Bonori per il mantenimento dei miglioramenti ottenuti.

Questo metodo fisioterapico è indicato sia anche a quei pazienti che giustamente si sottopongono ad un intervento chirurgico in artroscopia per un rimodellamento delle superfici osteocartilaginee in eccesso ed eventuali riparazioni o ricostruzioni del labbro acetabolare e per quanto possibile della cartilagine articolare sia prima del trattamento che dopo per migliorare i benefici dell’intervento stesso.

L’artrosi al ginocchio è una degenerazione progressiva dell’articolazione  che può determinare l’usura della cartilagine e dei menischi deformandola.

Spesso questa degenerazione è determinata da cause biomeccaniche che di solito non coinvolgono solo il ginocchio, ma anche le articolazioni vicine come l’anca e il piede.

Il Metodo Bonori interviene sulle cause biomeccaniche con tecniche osteopatiche e di terapia manuale e con una speciale tecnica per correggere il valgismo o varismo del ginocchio,  in modo da migliorare la mobilità delle articolazioni.

Nel trattamento vengono effettuate anche terapie fisiche come il laser alta potenza, la tecar, l’interx che agiscono sull’infiammazione, sul dolore e la biostimolazione della cartilagine.

L’artrosi, così come tutte le patologie cronico degenerative, si può curare solo se si effettuano dei cicli di trattamento ogni 3 , 6 o 9 mesi a seconda della gravità della patologia.

SINTOMI

Di solito il dolore esordisce dopo sovraccarico dell’articolazione, dovuto ad esempio negli sportivi a balzi o a pesi o nelle persone che non fanno attività sportiva dopo una camminata in montagna (perché nella discesa si sovraccarica l’articolazione) o nelle persone che stanno troppo tempo sedute (evocando il segno clinico detto del cinema).

CAUSE E TRATTAMENTO

Per comprendere la natura del problema dobbiamo capire la ragione meccanica di esso.

Il dolore è legato all’infiammazione della cartilagine sia della rotula come della gronda femorale (condropatia). Tale infiammazione è legata al cattivo scorrimento rotuleo durante la flesso-estensione del ginocchio. In particolare la rotula si lateralizza e sale verso l’alto, cioè scorre più sul margine esterno del ginocchio, aumentando l’attrito con il femore.
Tale “lateralizzazione” chiamata anche “iperpressione esterna” o “malallineamento rotuleo” può essere dovuta principalmente a:

  • fattori muscolari come ipoestensibilità o retrazioni muscolari di gruppi muscolari che portano la rotula verso l’alto e l’esterno come i muscoli piramidale, grande gluteo, fascia lata e il retto e il vasto laterale del quadricipite. Importante è invece avere un buon trofismo del vasto mediale del quadricipite e fondamentale è il lavoro sul detendere le fasce e i gruppi muscolari ipoestensibili, anche perché molte volte questa sindrome colpisce atleti che di certo non hanno ipotrofia del quadricipite, ma bensì ipoestensibilità muscolari dovuto a scarsi esercizi di stretching
  • disfunzioni articolari che alterano la biomeccanica femoro rotulea come la disfunzione in rotazione interna o la posteriorità della tibia o come la posteriorità dell’iliaco (osso del bacino)

Il Metodo Bonori migliora la biomeccanica delle articolazioni con le tecniche osteopatiche, tecniche di terapia manuale e le speciali tecniche inventate dal Dottor Bonori per il ginocchio e l’anca e per quanto riguarda le ipoestensibilità muscolari. Le terapie sono effettuate mediante trattamenti innovativi che utilizzano la tecnologia dell’onda d’urto radiale a bassa intensità.

Inoltre completiamo il trattamento associando sempre terapie come il laser alta potenza , tecar e l’interx che hanno un ottima efficacia sull’infiammazione, sul dolore e sulla biostimolazione della cartilagine.

La sinusite essendo un’infiammazione delle mucose paranasali può essere trattata con microcorrenti che riescono ad avere un’azione antiinfiammatoria sulle mucose paranasali. Il Metodo Bonori è un modo innovativo e può essere affiancato alle classiche terapie per curare questa patologia con ottimi risultati in breve tempo.

La stimolazione della cute con delle micro correnti riesce ad avere un’azione riflessa sulle mucose paranasali stimolando la produzione sostanze proteiche che tramite il sistema nervoso giungono alle stesse regolandone l’equilibrio di eliminazione e la nutrizione del tessuto stesso.

Le Microcorrenti riescono a ripristinare un segnale afferente fisiologico al tessuto lesionato in tempi molto brevi, promuovendo la riprogrammazione dei segnali neurotrofici, che sono essenziali al recupero della functio lesa. Spesso quando non si conoscono totalmente le applicazioni di una terapia, è logico avere delle remore nell’utilizzo della stessa, così si finisce per utilizzarla nelle modalità base o come terapia antalgica, con il Metodo Bonori grazie alle conoscenze neurofisiologiche abbiamo applicato questa terapia alla sinusite con risultati soddisfacenti.

La cellulite (pannicolopatia edema fibro sclerotica) è una patologia del tessuto sottocutaneo caratterizzata da ipertrofia delle cellule adipose, alterato equilibrio del sistema venoso linfatico. La  cellulite provoca un rallentamento del flusso sanguigno e ritenzione di liquidi nei tessuti.

Questa condizione patologica va curata con programmi personalizzati, personale sanitario specializzato e tecnologie elettromedicali efficaci perchè con il passare del tempo può aggravarsi.

Il Metodo Bonori per la cellulite consiste in una solo seduta di onde d’urto e tecarterapia per un massaggio connettivale. Prima viene trattato l’addome con la stimolazione dei punti neurolinfatici e neurovascolari, che di riflesso da beneficio alla circolazione dei liquidi negli arti inferiori. Viene ridotto il grasso viscerale attraverso le terapie fisiche e il massaggio. Il grasso viscerale è una delle possibili causa di un ‘infiammazione sistemica che origina numerose malattie degenerative (come la cellulite), neurodegenerative e dismetaboliche . Questo straordinario Metodo stimola l’intero corpo a un riequilibrio neurovegetativo, metabolico ed ormonale.

Si nota da subito il miglioramento collettivo della circolazione dei liquidi, con un incremento significativo della microcircolazione e uno straordinario effetto drenante. I benefici sono evidenti nel trattamento della cellulite, della linfedema e della stasi venosa,  ma anche sulla salute e sull’energia della persona.

Dopo 10 sedute in 2 mesi

Dopo 18 sedute in 6 mesi

 ANATOMIA

L’articolazione gleno-omerale  è solo una delle articolazioni che compongono il complesso della spalla, le altre sono l’acromion-clacicolare, sottodeltoidea, la scapolo-toracica e la stero-clavicolare . La stabilità di queste 5 articolazione è garantita  da strutture capsulo-legamentose e  muscolo-tendineo che garantiscono un movimento corretto e funzionale.

Le problematiche  principali  della spalla sono:

Il CONFLITTO O SINDROME SUB-ACROMIALE
Sindrome dolorosa molto frequente da conflitto osteotendineo nella regione della spalla a carico della muscolatura della cuffia dei rotatori (in particolare sovraspinoso) e del bicipite brachiale, dovuto a movimenti ripetuti, traumi e squilibri muscolari.
Provoca dolore alla spalla e possibile dolore riferito nel terzo prossimale laterale del braccio in particolare durante attività che richiedono l’abduzione del braccio.
Si distingue in due forme principali:

  • conflitto primario: anomalie morfologiche dell’acromion che riducono lo spazio sotto-acromiale
  • conflitto secondario: da cause estrinseche come instabilità, disequilibri muscolari, vizi posturali, tendinite calcifica ecc.
SINTOMI COMUNI

Dolore durante il movimento (in particolare in abduzione) del braccio in un punto dell’escursione articolare (arco doloroso) nella fase iniziale. Dolore che successivamente si può presentare anche a riposo, in particolare durante la notte, associato ad una limitazione funzionale dovuta sia al dolore che a una riduzione della motilità.

TRATTAMENTO

Dipende dalla fase in cui ci troviamo e dall’intensità della sintomatologia dolorosa. In fase acuta e sub-acuta l’obbiettivo è mirato al controllo del dolore attraverso la crioterapia, la chelt therapy (utilizzo associato di laser ND/YAG e crioterapia in maggior misura), InterX, cauta mobilizzazione passiva ed esercizi di decoattazione.
Nella fase post-acuta ci si concentrerà sul ripristino dell’articolarità attraverso mobilizzazione passiva, attiva-assistita e attiva, rinforzo muscolare in particolare degli stabilizzatori della scapola con esercizi di controllo muscolare e ripristino della funzionalità della spalla e con accorgimenti utili alla prevenzione ritorno alle mansioni (lavorative) precedentemente svolte.

RIGIDITA’ DI SPALLA

Chiamata anche frozen shoulder o spalla congelata comporta una notevole diminuzione del range articolare (di movimento) per cause non certe o per fattori traumatici, chirurgici ecc.
Il dolore solitamente è solitamente ingravescente accompagnato da una progressiva diminuzione della mobilità della spalla, con perdita del ritmo scapolomerale fino alla rigidità.
I movimenti più deficitari in seguito alla rigidità sono la flessione anteriore e le rotazioni in uno schema spesso capsulare fino a provocare un vero e proprio “blocco”. Da esami strumentali si è visto come spesso la causa è un’infiammazione della capsula e della sua sinovia che, se non trattata, porta ad aderenze capsulari e successive retrazioni della stessa.

TRATTAMENTO

Il trattamento che noi proponiamo nello stadio iniziale è mirato alla diminuzione della sintomatologia dolorosa e alla riduzione della fase infiammatoria attraverso l’utilizzo di strumenti elettromedicali come la crioterapia, la chelt therapy e l’interX.

Alla risoluzione della fase più dolorosa si può procedere con il recupero della mobità sempre con un occhio di riguardo al controllo del dolore e qui tecniche di mobilizzazione passiva della scapola sul piano toracico e della glenomerale, allungamento muscolare e fasciale, decoattazione articolare, massaggio della muscolatura del tratto cervicodorsoscapolare sono di fondamentale importanza. L’utilizzo della TECAR in questa fase può sicuramente incidere sugli esiti positivi del trattamento.

Inoltre, se da un esame radiografico si nota la presenza di calcificazioni, è indicato il trattamento con onde d’urto che mira a smantellare questi depositi di calcio restituendo così una miglior possibilità di movimento alla spalla.

Nella fase finale che avrà come obbiettivo il recupero della funzionalità della spalla verranno proposti esercizi attivi-assistiti e attivi di rinforzo muscolare e propriocettiva al fine di un corretto equilibrio e controllo del cingolo scapolare.

Il Metodo Bonori inizia ancora prima dell’intervento quando il paziente ha una limitazione articolare importante per facilitare così il recupero post intervento.

Nella prima fase dopo l’intervento l’obiettivo è ridurre l’edema post intervento e il dolore attraverso l’utilizzo di elettromedicali per facilitare così la mobilizzazione passiva che deve avvenire il prima possibile.
La mobilizzazione passiva viene effettuata senza mettere in tensione il tendine o i tendini riparati quindi nella direzione opposta al loro tensionamento.
Il Metodo Bonori utilizza tecniche di terapia manuale, di osteopatia e tecniche di streaching capsulare con un metodo ideato del dottor Bonori attraverso l’uso di una cintura comunque senza fare male al paziente durante il trattamento il paziente non deve avere dolore al massimo un po di fastidio.

Il Metodo Bonori propone già dopo 15 giorni esercizi propriocettivi senza sollecitare i tendini suturati e dopo circa 25 giorni inizia con esercizi propriocettivi in eccentrica con carico gravitazionale al 5-10% (il paziente supino con l’omero flesso a 90 gradi il carico gravitazionale è pressoché 0-5% più l’omero scende verso il lettino e più il carico aumenta sollecitando le strutture riparate), quindi il recupero della forza viene effettuato solo con questo metodo nella prima fase (dai 25 giorni ai 45 post intervento) raccomandando al paziente di non volere alzare il braccio finché non sarà in grado senza dolore di fare esercizi in eccentrica con carico massimo da supino, facendo così si evita che il paziente adotti compensi che portano a disfunzioni cinematiche con conseguenti infiammazioni delle strutture periarticolari. Dal secondo mese in poi si introducono esercizi con elastici.

Attraverso il Metodo Bonori si ha una ottima ripresa funzionale rispettando il tempo biologico di guarigione dei tessuti nel più breve tempo possibile.

Lo sperone  calcaneare, cos’è

Lo sperone calcaneare è una calcificazione  ossea benigna dovuta all’infiammazione cronica  della fascia plantare che si attacca sulla parte  mediale e inferioredel calcagno.

Il dolore è dovuto all’infiammazione della fascia plantare e non tanto alla calcificazione tanto che le persone dopo i 45 anni nel 20 per cento dei casi hanno lo sperone calcaneare ma la maggioranza di loro non hanno dolore.

Trattamento

Le terapie più indicate nel risolvere questa patologia sono le onde d’urto focalizzate che non hanno lo scopo di disgregare la neoformazione ossea anche perché ciò non avviene nella maggioranza dei casi ma di innescare processi di neoangiogenesi vascolare che curano l’infiammazione del tessuto abbinate a terapie fisiche come la tecarterapia il laser ad alta potenza l’interx che hanno anche queste un effetto sull’infiammazione  e miglioramento del trofismo del tessuto.

Dopo anni di esperienza nel trattare questa patologia proponiamo una seduta a settima di onde d’urto abbinate  a 2 sedute  di laser ed tecar la settimana per 3 o 4 settimane ,  con questo protocollo  a distanza di un mese dalla fine della terapia i risultati sono nella maggior parte dei casi ottimi con una scomparsa totale della sintomatologia.

Per ulteriori chiarimenti prego contattarci.

La protusione discale o discopatia

Il disco vertebrale separa le vertebre della colonna permettendo di distribuire i carichi in modo ridurre le sollecitazioni alle articolazioni vertebrali. Il disco è formato da una parte più esterna di consistenza fibroticae una parte più interna di consistenza gelatinosa  gelatinosa . I continui carchi eccessivi  sui dischi dovuti a cattive posture o movimenti sbagliati fanno degenerare il disco il quale può protudere all’intero o lateralmente  al canale spinale o può fessurarsi e quindi fuoriuscire del gel creando così un ernia discale.

Trattamento

Primo obiettivo dello studio fisiotek nel trattare questa patologia è educare il paziente  ad un’igene posturale corretta ed individuare abitudini scorrette come cattive posture che si tengono la sera ad esempio guardando la televisione od esercizi che vengono fatti in modo non corretto.

Lo studio fisiotek tratta questa paologia con tecniche di terapia manuale come mckenzie o mulligan o tecniche osteopatiche le quali hanno come obiettivo di migliorare la biomeccanica riducendo la pressione sui dischi e migliorando la circolazione così facendo si riduce l’edema che si viene a creare quando c’è una protusione o un’ernia discale , molto spesso il nervo  è in sofferenza per una compressione da edema e non meccanica diretta ed  è per questo che noi abbiniamo la terapia manuale a trattamenti come il laser nd-yag exand abbinata alla crioterapia o la tecar o l’interx.

CHE COS’È’ UNA DISTORSIONE?

Termine che indica l’insieme delle lesioni causate da un trauma che sollecita un’articolazione al di là del movimento fisiologico previsto dalla stessa.
L’articolazione tibiotarsica permette di orientare la volta plantare in diverse direzioni in modo da adattarla ai diversi tipi di appoggio richiesti. La sua stabilità è garantita dalla capsula articolare e dai sui ispessimenti, dai legamenti del comparto laterale (peroneo astragalico anteriore, peroneo calcaneare, peroneo astragalico posteriore), dai legamenti del comparto interno (profondo e superficiale) e dal controllo muscolare in particolare di peronieri, tibiale anteriore e posteriore, flessore comune delle dita e dell’alluce.

Meccanismi traumatici principali di distorsione tibiotarsica:

  • in inversione: molto più frequente ed interessa il comparto antero-laterale e i legamenti sopracitati con una gravità che varia a seconda del grado;
  • in eversione: interessa il legamento deltoideo (compartimento mediale)

Gradi di distorsione tibiotarsica a seconda della gravità

  • Grado 1: stiramento del legamento con lieve gonfiore, dolore alla palpazione e piccola perdita di funzionalità;
  • Grado 2: lacerazione parziale del legamento, dolore spontaneo e gonfiore più consistente, perdita moderata di funzionalità e instabilità articolare;
  • Grado 3: rottura completa del legamento con gonfiore, dolore e versamento ematico evidenti. Grave instabilità articolare e perdita funzionale.
TRATTAMENTO

Dipende ovviamente dal grado e quindi dalla gravità. Per non dilungarmi troppo mi soffermerò sulle distorsioni di 1° e 2° grado.

La valutazione in studio di alcuni parametri sarà naturalmente alla base del trattamento.
Per la fase iniziale, l’importante è il PRICE, acronimo inglese che significa: protezione, riposo, ghiaccio, compressione e elevazione. Quello che noi proponiamo per questa fase sono trattamenti di crioterapia , InterX ,bendaggio sia protettivo e contenitivo sia drenante per ridurre dolore, infiammazione ed edema impostato in base alla gravità della lesione.

Gli obiettivi della seconda fase saranno sempre il controllo del dolore, il recupero dell’articolarità completo dell’articolazione, e fornire informazioni alle strutture recettive periferiche e centrali del movimento. Il trattamento consisterà dunque in mobilizzazioni articolari sui diversi piani passiva, attiva-assistita e attiva, MTP massaggio trasverso profondo esercizi di propriocettiva principalmente in scarico (con tavolette instabili, ex ad occhi chiusi ecc.).

Verranno utilizzate anche le apperecchiature elettromedicali Tecar , laser, ultrasuoni, InterX a seconda della necessità in particolare per il controllo del dolore ma anche per stimolare le varie strutture interessate a una più rapida guarigione biologica e fisiologica.

La fase finale del trattamento mirerà invece al recupero della forza muscolare, alla stabilità e alla funzionalità dell’articolazione tibiotarsica e dell’arto inferiore in generale e ripristino delle funzioni perse. Proporremo al paziente esercizi di rinforzo muscolare in catena cinetica chiusa e aperta senza e con resistenza (manuale; elastici ecc.) esercizi di carico e stabilità come posture , esercizi propriocettivi su superfici instabili (bi- e monopodalica) e molte varianti che daranno maggiori informazioni possibili al distretto interessato per una buona guarigione e prevenzione contro recidive.

Lo studio Fisiotek con i suoi metodi innovativi è ormai un punto di riferimento per molti atleti perché specializzato nel risolvere patologie quali strappi o stiramenti muscolari, distorsioni alla caviglia e ginocchio, contratture muscolari, condropatie femoro-rotulee, sperone calcaneare, pubalgia, tendiniti e tendinosi e altre patologie con l’onda d’urto, tecar e laser alta potenza e la terapia manuale. Inoltre attraverso speciali metodi di trattamento miglioriamo le prestazioni sportive e riduciamo al minimo futuri infortuni.

Lo studio tratta con ottimi risultati le patologie artrosiche con l’ausilio della tecar, laser alta potenza e onda d’urto e cercando di correggere le cause biomeccaniche che hanno portato alla patologia artrosica con la terapia manuale. Inoltre al paziente viene spiegato che per curare le patologie cronico degenerative bisogna sottoporsi a dei cicli di fisioterapia ogni 3 ,6 o 9 mesi a seconda della gravità senza aspettare che la patologia si riacutizzi, così facendo l’artrosi non progredisce.

Lo studio è inoltre specializzato nel trattare le patologie dell’arto superiore come la capsulite adesiva o spalla congelata, le tendiniti e tendinosi della cuffia dei rotatori, le lesioni tendinee di non pertinenza chirurgica, le patologie del gomito come epicondilite e epitrocleite e le patologie del polso e mano tendiniti e sindrome del tunnel carpale.

Lo studio effettua la riabilitazione post-intervento chirurgico della cuffia con metodi di cura innovativi.

Abbiamo creato il METODO BONORI

Dall'esperienza ventennale nella cura dell'artrosi all'anca

Metodo Bonori, cos'è

Un corpo perfetto dal punto di vista biomeccanico si muove con meno resistenza e più facilità per questo le prestazioni sportive non possono che migliorare!!

Tutto questo è possibile grazie ad una speciale tecnica introdotta dallo stesso Dott. Bonori che migliora la mobilità articolare del bacino in modo significativo, e agisce sul riequilibrio posturale.

Il METODO BONORI riesce ad ottenere questi miglioramenti perché interviene non solo sui muscoli rigidi e ipoestensibili, grazie all’utilizzo anche delle onde d’urto, ma anche su strutture ancor più rigide come la capsula articolare e i legamenti, grazie ad uno stretching capsulare con utilizzo di cinture.

L’utilizzo del METODO BONORI è indicato a tutti gli sportivi, perché aumentando la mobilità del bacino migliora in modo significativo la fluidità, la scioltezza e la falcata nella corsa potenziando quindi la velocità e la resistenza, nel ciclismo ad esempio riduce la resistenza passiva dei muscoli e delle strutture capsulari nella pedalata, e cosi anche nello sci dove la mobilità del bacino è fondamentale per una tecnica perfetta. Con ciò  il gesto sportivo in tutti i casi risulta più efficiente, poiché per un determinato tipo di lavoro si consuma meno energia,  permettendo altresì all’atleta di allenarsi con carchi di lavoro più elevati!

Oltre a questo tipo di trattamento il Dott. Bonori ha introdotto l’utilizzo delle onde d’urto radiali su tutti i muscoli degli arti inferiori come una metodica per migliorare il trofismo, la forza e la resistenza muscolare. E’ così che grazie ad una esperienza decennale in tal senso, ha ideato un protocollo unico. Le cellule (fibroblasti e miofibroblasti ) percepiscono e convertono i segnali meccanici in reazioni chimiche che permettono di migliorare la qualità della matrice extracellulare, la quale ha un ruolo importante nel migliorare la diffusione di sostanze nutrienti e di cataboliti alle fibre muscolari. Tutto questo si traduce in un miglioramento delle prestazioni sportive sia per quanto riguarda la forza, la velocità e la resistenza.

Inoltre il Metodo Bonori riduce al minimo il rischio di patologie legate allo sport come tendiniti, pubalgie, impingement femoro-acetabolare, condropatie, artrosi, contratture e stiramenti muscolari.

MARCELL JACOB LAMONT
Pluri Campione Italiano, 10″03 nei 100 m e 8,07 m nel salto in lungo

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